Cassazione penale Sez. II sentenza n. 25024 del 3 settembre 2020

ECLI:IT:CASS:2020:25024PEN

Massima

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Il pericolo concreto ed attuale di reiterazione di condotte criminose della stessa specie, valutato sulla base della gravità dei fatti contestati, delle modalità esecutive dell'azione delittuosa e dei precedenti penali specifici del soggetto, può giustificare l'applicazione della misura cautelare della custodia in carcere, anche in assenza di una pregressa capacità di autocontrollo da parte dell'indagato, qualora le caratteristiche della personalità dello stesso, così come emerse dagli elementi probatori, rendano inidonee misure meno afflittive, come gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, a prevenire il pericolo di reiterazione del reato. In tali casi, la motivazione del provvedimento cautelare deve dare conto in modo adeguato e logico delle ragioni per le quali la personalità dell'indagato, così come delineata dal quadro indiziario, sia incompatibile con l'applicazione di misure meno afflittive della custodia in carcere, in quanto inidonee a scongiurare il pericolo di nuovi gravi reati della stessa specie.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GALLO Domenico - Presidente

Dott. IMPERIALI Luciano - rel. Consigliere

Dott. DE SANTIS Anna Maria - Consigliere

Dott. CIANFROCCA Pierluigi - Consigliere

Dott. SARACO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 19/12/2019 del TRIB. LIBERTA' di CALTANISSETTA;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. LUCIANO IMPERIALI;
lette le conclusioni del PG Dott. GIORDANO LUIGI, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. (OMISSIS) ha proposto ricorso per cassazione avverso l'ordinanza con la quale il 19/12/2019 il Tribunale del riesame di Caltanissetta confermava l'ordinanza de…

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