Cassazione penale Sez. V sentenza n. 19053 del 19 maggio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:19053PEN

Massima

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L'identificazione del querelante nell'atto di querela può ritenersi validamente effettuata anche attraverso la semplice trascrizione delle sue generalità, senza necessità di riportare i dati identificativi ricavati da un documento, purché l'atto sia formato dall'autorità legittimata a riceverlo. La ratio della disposizione di cui all'art. 337, comma 4, c.p.p. non deve essere interpretata in modo formalistico, essendo sufficiente che l'identità del querelante risulti comunque accertata, anche per conoscenza personale o per precedente identificazione. Tale principio si fonda su una corretta interpretazione della lettera e della finalità della norma, volta a garantire l'effettività dell'esercizio del diritto di querela, senza imporre oneri eccessivamente rigorosi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COLONNESE Andrea - Presidente

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

Dott. MARASCA Gennaro - rel. Consigliere

Dott. BRUNO Paolo A. - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI SALERNO;

nei confronti di:

1) PI. GE. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 204/2007 GIUDICE DI PACE di EBOLI, del 19/01/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 16/04/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GENNARO MARASCA;

Udito il Pubblico Ministero in persona del Dr. ((omissis)), che ha concluso per l'annullamento con rinvio della sentenza impu…

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