Il provvedimento di sospensione parziale dell'efficacia di un'autorizzazione all'esercizio di un impianto di recupero di rifiuti speciali non pericolosi, adottato dall'amministrazione regionale sulla base di un verbale di sopralluogo dell'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPAC) risalente a oltre un mese prima, risulta carente di istruttoria e non ancorato all'immediata attualità delle criticità e difformità accertate, in contrasto con i principi di tempestività e proporzionalità che devono informare l'esercizio del potere cautelare di sospensione, previsto dagli artt. 21-quater, comma 2, della legge n. 241/1990 e 208, comma 13, lett. b), del d.lgs. n. 152/2006. Pertanto, in assenza di un concreto e attuale interesse alla coltivazione del ricorso, avendo la misura sospensiva perso efficacia per il decorso del termine di 15 giorni fissato nell'atto, il ricorso deve essere dichiarato improcedibile, con condanna dell'amministrazione regionale alle spese di lite per la soccombenza virtuale, in ragione della carenza di istruttoria e del ritardo nell'adozione del provvedimento cautelare.