Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: Le sanzioni disciplinari applicabili agli avvocati costituiscono un numero chiuso, tassativamente previste dalla legge. Ogni sanzione diversa da quelle espressamente indicate dalla normativa applicabile ratione temporis, ovvero irrogata al di fuori dei limiti edittali ivi stabiliti, deve ritenersi illegittima. Il giudice, pertanto, non può applicare sanzioni disciplinari diverse o più gravi di quelle tipizzate dalla legge, dovendo attenersi rigorosamente alla previsione normativa. La Corte di Cassazione, in applicazione di tale principio, ha cassato la sentenza del Consiglio Nazionale Forense che aveva irrogato la sanzione della sospensione dall'esercizio della professione per tre anni, in luogo di quella prevista dalla legge all'epoca dei fatti, ovvero la sospensione per un periodo non superiore ad un anno. Il giudice di rinvio dovrà pertanto riesaminare il caso, applicando esclusivamente le sanzioni disciplinari tassativamente indicate dalla normativa vigente ratione temporis, senza possibilità di discostarsene.