Cassazione penale Sez. I sentenza n. 52788 del 20 novembre 2017

ECLI:IT:CASS:2017:52788PEN

Massima

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Il giudice di sorveglianza, nel valutare la concessione di misure alternative alla detenzione, deve considerare la pericolosità sociale del condannato, il suo profilo delinquenziale e la reiterazione di gravi reati, anche dopo la fruizione di precedenti benefici. Tali elementi, se ritenuti incompatibili con il recupero del condannato e il contenimento del rischio di recidiva, legittimano il rigetto dell'istanza di affidamento in prova ai servizi sociali o di altre misure alternative, in quanto la tutela della collettività prevale sulla finalità rieducativa della pena. Il giudice è tenuto a motivare adeguatamente la propria decisione, valorizzando tutti i fattori rilevanti nel caso concreto, senza che il condannato possa pretendere una mera "rilettura" dei dati probatori già valutati.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI TOMASSI Mariastefania - Presidente

Dott. NOVIK ((omissis)) - Consigliere

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. VANNUCCI Marco - Consigliere

Dott. TALERICO Palma - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 24/11/2016 del TRIB. SORVEGLIANZA di BOLOGNA;
sentita la relazione svolta dal Consigliere Dott. TALERICO PALMA;
lette le conclusioni del P.G. Dott.ssa DI NARDO Marilia, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma alla Cassa delle Ammende.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Con ordinanza del 24 novembre 20…

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