La dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, allegata a una domanda di condono edilizio, che attesti falsamente la data di ultimazione dei lavori relativi alle opere oggetto della richiesta, integra il delitto di falso ideologico in atto pubblico di cui all'art. 483 c.p., a prescindere dalla mancata sottoscrizione della dichiarazione in presenza del pubblico ufficiale incaricato della ricezione, in quanto la normativa vigente al momento dei fatti (D.P.R. n. 445/2000, art. 38) non richiedeva più l'autenticazione della sottoscrizione, essendo sufficiente la sola presenza del funzionario o l'allegazione di copia del documento di identità. Ciò in ragione del fatto che la dichiarazione sostitutiva è destinata a provare la veridicità di un determinato fatto storico e, pertanto, la sua falsità ideologica assume rilevanza penale a tutela della pubblica fede, indipendentemente dal perfezionamento formale dell'atto. La condotta del privato che renda una falsa dichiarazione sostitutiva in tale contesto è sanzionata ai sensi dell'art. 483 c.p., richiamato dalla normativa di settore (L. n. 15/1968, art. 26, ora D.P.R. n. 445/2000), a prescindere dalla natura meramente autorizzatoria della concessione edilizia in sanatoria cui la dichiarazione è finalizzata.