Il diritto di un condomino di partecipare all'assemblea condominiale e di impugnare le relative delibere non è subordinato alla prova di uno specifico interesse diverso da quello alla rimozione dell'atto impugnato, essendo l'interesse ad agire costituito dall'accertamento dei vizi formali di cui sono affette le deliberazioni. Tuttavia, tale diritto di partecipazione e impugnazione non sussiste quando l'oggetto della delibera assembleare riguardi una controversia giudiziaria tra il condominio e il singolo condomino, in quanto in tale ipotesi la compagine condominiale si scinde in base ai contrapposti interessi, escludendo il diritto del singolo condomino di partecipare all'assemblea e di impugnare la relativa delibera per omessa, tardiva o incompleta convocazione. Inoltre, i vizi relativi al conferimento delle deleghe da parte di alcuni condomini possono essere fatti valere unicamente dai condomini deleganti o dai condomini falsamente rappresentati, e non dal condomino che è estraneo al rapporto di delega. Infine, il criterio di soccombenza di cui all'art. 91 c.p.c. trova applicazione anche nel giudizio di impugnazione di una delibera condominiale, con conseguente condanna della parte soccombente al pagamento delle spese processuali in favore della parte vittoriosa.