La massima giuridica che si può trarre dalla sentenza è la seguente: L'ordine di rimozione dei rifiuti abbandonati, emesso ai sensi dell'art. 192 del d.lgs. n. 152/2006, è illegittimo se adottato senza il preventivo accertamento, in contraddittorio con i soggetti interessati, della responsabilità a titolo di dolo o colpa del proprietario o titolare di diritti reali o personali di godimento sull'area interessata dall'abbandono. Tale accertamento è necessario anche nei confronti dell'ente gestore di infrastrutture stradali, come l'ANAS, non essendo sufficiente una generica responsabilità per culpa in vigilando, in assenza di una dimostrazione della sua imputabilità soggettiva in relazione all'abbandono dei rifiuti. La giurisprudenza amministrativa ha infatti consolidato il principio secondo cui l'ordine di rimozione non può essere indiscriminatamente rivolto al proprietario o titolare dell'area in ragione della sua sola qualità, ma richiede un'adeguata motivazione in ordine all'elemento soggettivo, anche sulla base di ragionevoli presunzioni o massime di esperienza. Tale principio si applica sia in relazione all'art. 14 del d.lgs. n. 22/1997, sia all'art. 192 del d.lgs. n. 152/2006, che ne ha riprodotto il contenuto normativo, precisando ulteriormente la necessità di effettuare gli accertamenti in contraddittorio con i soggetti interessati.