Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 1357 del 11 gennaio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:1357PEN

Massima

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Il pubblico ufficiale che, abusando della propria funzione, si rende complice di attività illecite, in particolare di spaccio di sostanze stupefacenti, non può beneficiare di misure cautelari meno afflittive rispetto alla custodia cautelare in carcere, in quanto il suo comportamento tradisce il giuramento di fedeltà alle istituzioni e dimostra la concreta e attuale pericolosità sociale, rendendo necessaria l'applicazione della più grave misura custodiale per scongiurare il pericolo di reiterazione dei reati. Ciò in quanto il pubblico ufficiale, in ragione della sua posizione e dei contatti acquisiti, dispone di strumenti e relazioni che gli consentono di proseguire l'attività delittuosa anche durante la detenzione, essendo dotato di una maggiore capacità a delinquere rispetto a un comune cittadino. Pertanto, il giudice, nel valutare la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza e del pericolo concreto ed attuale di reiterazione del reato, deve tenere conto della qualifica rivestita dall'indagato e del tradimento del dovere di fedeltà alle istituzioni, elementi che giustificano l'applicazione della più afflittiva misura cautelare, anche in assenza di specifiche esigenze cautelari ulteriori rispetto alla mera pericolosità sociale desumibile dalla gravità indiziaria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Presidente

Dott. RICCIARELLI Massimo - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angel - rel. Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

Dott. COSTANTINI Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 04/07/2018 del TRIB. LIBERTA' di ROMA;
udita la relazione svolta dal Consigliere ANGELO CAPOZZI;
sentite le conclusioni del PG MARIELLA DE MASELLIS che ha concluso per l'annullamento con rinvio del provvedimento impugnato;
udito il difensore avvocato (OMISSIS) in difesa di (OMISSIS) che ha insistito per l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con l'ordinanza in epigrafe il Tribunale di Roma, a segu…

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