Cassazione penale Sez. V sentenza n. 48005 del 3 dicembre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:48005PEN

Massima

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Il reato di minaccia grave di cui all'art. 612, comma 2, c.p. si configura quando la minaccia, valutata secondo un criterio medio e in relazione alle concrete circostanze del fatto, sia idonea a cagionare un grave turbamento psichico nel soggetto passivo, a prescindere dall'effettivo verificarsi del turbamento. A tal fine, non è necessario che la minaccia di morte sia circostanziata, potendo anche una minaccia generica, come "ti ammazzo", produrre un grave effetto intimidatorio, specie se pronunciata in un contesto conflittuale e in presenza di un pubblico ufficiale. L'accertamento della riferibilità della minaccia agli imputati può fondarsi anche sulla testimonianza di un terzo presente al fatto, pur in assenza di ricordo della persona offesa, atteso che il reato di minaccia è di pericolo e non richiede l'effettiva verificazione del turbamento psichico.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizio - Presidente

Dott. BRUNO Paolo Antoni - Consigliere

Dott. PEZZULLO Rosa - rel. Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 965/2013 CORTE APPELLO di MILANO, del 13/03/2014;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 16/04/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ROSA PEZZULLO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott. CEDRANGOLO Oscar, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;
udito per i ricorrenti, l'avvocato (OMISSIS), che si e' ri…

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