Cassazione penale Sez. IV sentenza n. 28469 del 16 luglio 2024

ECLI:IT:CASS:2024:28469PEN

Massima

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La partecipazione all'associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, ai sensi dell'art. 74 del D.P.R. 309/1990, richiede l'esistenza di un vincolo associativo stabile e duraturo tra almeno tre persone, caratterizzato da una struttura, anche rudimentale, idonea a costituire un supporto permanente alla realizzazione delle singole attività delittuose, con una suddivisione di ruoli e compiti finalizzati al perseguimento del programma criminoso comune. La prova del vincolo associativo può essere data anche attraverso elementi indiziari, come i contatti continui tra gli spacciatori, i frequenti viaggi per i rifornimenti di droga, le basi logistiche, la predisposizione dei beni necessari per le operazioni delittuose, le forme organizzative utilizzate, la commissione di reati rientranti nel programma criminoso e le loro specifiche modalità esecutive. Ai fini della configurabilità della partecipazione, non è necessario un atto formale di investitura, essendo sufficiente che il contributo dell'agente risulti funzionale per l'esistenza stessa dell'associazione in un dato momento storico. L'elemento aggiuntivo e distintivo del reato associativo rispetto alla fattispecie del concorso di persone nel reato di detenzione e spaccio di stupefacenti è il carattere dell'accordo criminoso, tale da contemplare la commissione di una serie non preventivamente determinata di delitti, con permanenza del vincolo associativo tra i partecipanti che, anche al di fuori dell'effettiva commissione dei singoli reati programmati, assicurino la propria disponibilità duratura e indefinita nel tempo al perseguimento del programma criminoso proprio del sodalizio. Ai fini della configurabilità dell'aggravante della disponibilità di armi prevista dall'art. 74, comma 4, del D.P.R. 309/1990, è necessario che i partecipi del sodalizio abbiano quantomeno la conoscenza o la colpevole ignoranza della disponibilità di armi da parte dell'associazione, non essendo richiesto che la disponibilità di armi sia correlata agli scopi perseguiti dall'associazione criminosa, purché si tratti di armi che non siano di uso personale esclusivo dei partecipi che le detengono. La fattispecie associativa prevista dall'art. 74, comma 6, del D.P.R. 309/1990 costituisce una fattispecie autonoma di reato e non una mera attenuante della fattispecie maggiore, essendo configurabile solo quando i sodali abbiano programmato esclusivamente la commissione di fatti di lieve entità, predisponendo modalità strutturali e operative incompatibili con fatti di maggiore gravità e che, in concreto, l'attività associativa si sia manifestata con condotte tutte rientranti nella previsione dell'art. 73, comma 5, del medesimo decreto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUARTA PENALE

Composta da:

Dott. DI SALVO Emanuele - Presidente

Dott. VIGNA Lucia - Consigliere

Dott. BRANDA Francesco Luigi - Consigliere

Dott. MARI Attilio - Relatore

Dott. RICCI Anna Luisa Angela - Consigliere

ha pronunciato la seguente

SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
Cu.Mi. nato a N il (Omissis)
Re.Do. nato a C il (Omissis)
To.Ma. nato a N il (Omissis)
Vi.Lu. nato a N il (Omissis)
Fe.Ca. nato a N il (Omissis)
Bo.Fi. nato a N il (Omissis)
Vi.Pi. nato a N il (Omissis)
Li.Mi. nato a N il (Omissis)
Ba.An.nato a B il (Omissis)
Ca.Gi. nato a N il (Omissis)
Pe.Gi. nato a N il (Omissis)
Da.Pi. (RINUNCIANTE) nato a S il (Omissis)
Am.An. nato a T il (Omissis)
Te.An. nato a P il (Omissis)
No.Em. nato a P il (Omissis)
No.Mi. nato a P il (Omissis)
Fa.Ol. nato a T il (Omissis)
Pr.Ca. nato a S il (…

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