Cassazione penale Sez. V sentenza n. 14552 del 5 aprile 2023

ECLI:IT:CASS:2023:14552PEN

Massima

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Il reato di atti persecutori (art. 612-bis c.p.) si configura quando la condotta dell'agente, reiterata nel tempo, cagiona un perdurante e grave stato di ansia o di paura nella vittima, ovvero una modificazione delle sue abitudini di vita, attraverso azioni moleste, minacce o pedinamenti, tali da ingenerare nella stessa un fondato timore per la propria incolumità o per quella di persone a lei vicine. La prova di tale stato patologico può essere fornita anche attraverso le dichiarazioni delle persone offese, se corroborate dalla complessiva istruttoria dibattimentale. Ai fini della sussistenza del reato, non è necessario che le condotte persecutorie siano tutte direttamente riferibili all'imputato, essendo sufficiente che il quadro probatorio, nel suo complesso, consenta di ricondurre all'agente la responsabilità per l'intero ciclo di atti persecutori, anche in assenza di una ricostruzione alternativa plausibile. L'episodio in cui l'imputato sia colto in flagranza nell'atto di danneggiare il bene della vittima, unitamente all'assenza di altri soggetti portatori di rancore e alla cessazione dei danneggiamenti dopo tale episodio, può assumere valore centrale nel ragionamento probatorio del giudice di merito ai fini dell'affermazione della responsabilità. Il giudice di appello, nel confermare la condanna, può legittimamente delimitare la durata del reato di atti persecutori ai soli fatti accertati fino a una determinata data, senza che ciò comporti l'automatica irrilevanza penale delle condotte successive, qualora queste ultime siano state ritenute espressione di reciproci comportamenti astiosi e non più integranti il paradigma punitivo di cui all'art. 612-bis c.p. Il diniego delle circostanze attenuanti generiche può essere adeguatamente motivato con riferimento all'intensità del dolo, alla reiterazione delle condotte e all'assenza di elementi suscettibili di valutazione positiva, senza necessità di esaminare tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli dedotti dalle parti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE GREGORIO Eduardo - Presidente

Dott. MICCOLI Grazia - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - rel. Consigliere

Dott. BRANCACCIO Matilde - Consigliere

Dott. BIFULCO Daniela - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 10/02/2022 della CORTE APPELLO di MILANO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere ANGELO CAPUTO.
Rilevato che i difensori dell'imputato hanno formulato richiesta di discussione orale del Decreto Legge 28 ottobre 2020, n. 137, ex articolo 23, comma 8, convertito, con modificazioni, dalla L. 18 dicembre 2020, n. 176, prorogato, da ultimo, in forza del Decreto Legge 31 ottobre 202…

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