Il diniego di una concessione di occupazione di suolo pubblico, motivato dal mancato rispetto delle norme del Codice della Strada, può essere impugnato dal titolare del locale commerciale interessato. Tuttavia, la sopravvenienza di nuove istanze presentate dal medesimo soggetto per la medesima area, alcune delle quali accolte con il rilascio di nuove concessioni, determina la carenza di interesse attuale e concreto del ricorrente alla decisione sulla precedente domanda negata, rendendo il ricorso improcedibile. Ciò in quanto le nuove concessioni e istanze, non impugnate, devono ritenersi aver consolidato i loro effetti, superando la precedente richiesta oggetto del diniego impugnato. L'interesse morale o residuale alla decisione della controversia non è sufficiente a evitare la declaratoria di improcedibilità, essendo necessaria la sussistenza di un interesse diretto e attuale alla decisione, idoneo a realizzare un vantaggio concreto per il ricorrente. Peraltro, la declaratoria di improcedibilità non preclude la facoltà per il ricorrente di proporre autonoma azione di risarcimento dei danni eventualmente subiti a causa del diniego illegittimo, in applicazione dell'art. 30 del Codice del processo amministrativo.