Il diritto di accesso agli atti amministrativi è un diritto soggettivo pubblico di rango costituzionale, che trova il suo fondamento nell'art. 97 della Costituzione e mira a garantire la trasparenza e il buon andamento dell'azione amministrativa. Tale diritto può essere esercitato da chiunque vi abbia un interesse diretto, concreto e attuale, corrispondente a una situazione giuridicamente tutelata e collegata al documento al quale è chiesto l'accesso. L'amministrazione è tenuta a valutare attentamente la richiesta di accesso, bilanciando l'interesse del richiedente con gli altri interessi pubblici e privati coinvolti, al fine di consentire l'ostensione dei documenti richiesti, salvo che non ricorrano specifiche e motivate ragioni di riservatezza o di segretezza. Qualora l'amministrazione ritenga di non poter accogliere la richiesta di accesso, è tenuta a motivare adeguatamente il diniego, indicando le ragioni di fatto e di diritto che lo giustificano. In caso di mancata risposta o di diniego illegittimo, il richiedente può proporre ricorso giurisdizionale per ottenere l'accesso ai documenti. Il giudice amministrativo, nell'esaminare il ricorso, dovrà verificare la sussistenza dell'interesse del ricorrente, la legittimità del diniego opposto dall'amministrazione e, in caso di accoglimento del ricorso, potrà ordinare l'esibizione dei documenti richiesti. Tuttavia, qualora nel corso del giudizio l'amministrazione abbia spontaneamente fornito la documentazione richiesta, soddisfacendo l'interesse ostensivo del ricorrente, il ricorso dovrà essere dichiarato improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse.