Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 14108 del 1 aprile 2019

ECLI:IT:CASS:2019:14108PEN

Massima

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Il reato di danneggiamento di cui all'art. 635 c.p. richiede, nella sua formulazione attuale, la presenza di "violenza alla persona" o "minaccia", oppure il danneggiamento di cose indicate nel comma 2 dello stesso articolo. In assenza di tali elementi, la condotta ascritta all'imputato non è riconducibile alla fattispecie incriminatrice prevista dalla norma. Il giudizio sulla rilevanza e attendibilità delle fonti di prova, nonché sulla scelta tra divergenti versioni e interpretazioni dei fatti, rientra nella competenza del giudice di merito e, se esente da interne incompatibilità e non irragionevole, non è sindacabile in sede di legittimità. Il giudice di merito, pertanto, può legittimamente escludere la configurabilità del reato di danneggiamento e di imbrattamento sulla base di una valutazione delle prove che risulti congruamente motivata.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Presidente

Dott. COSTANZO Angelo - rel. Consigliere

Dott. AGLIASTRO Mirella - Consigliere

Dott. BASSI Alessandra - Consigliere

Dott. COSTANTINI Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS);
avverso la sentenza del 01/06/2017 del GIUDICE DI PACE di BUSTO ARSIZIO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere ANGELO COSTANZO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. LORI Perla, che ha concluso per l'annullamento con rinvio in relazione al reato di imbrattamento;
L'avv. (OMISSIS), in difesa della PC ricorrente (OMISSIS), che si riporta al ricorso e deposita conclusioni e n…

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