Il proprietario o detentore di un fondo non può essere destinatario di un ordine di rimozione e smaltimento di rifiuti abbandonati sul proprio terreno, in assenza di un accertamento in contraddittorio della sua responsabilità soggettiva, a titolo di dolo o colpa, in relazione all'abbandono dei rifiuti stessi. L'amministrazione procedente ha l'onere di individuare il responsabile dell'inquinamento e di motivare adeguatamente l'imputabilità soggettiva della condotta illecita, non essendo sufficiente la mera qualità di proprietario o detentore del fondo per configurare una responsabilità oggettiva. Inoltre, il curatore fallimentare non può essere destinatario di un ordine di bonifica o ripristino ambientale in relazione a condotte illecite poste in essere dall'impresa fallita prima della dichiarazione di fallimento, salvo il caso in cui sia stata autorizzata dal tribunale fallimentare la prosecuzione dell'attività d'impresa ai sensi dell'art. 90 l.fall., configurandosi in tal caso un fenomeno di successione nell'attività del fallito. In assenza di tali presupposti, l'ordine di rimozione e smaltimento dei rifiuti rivolto al curatore fallimentare è illegittimo per difetto di istruttoria e motivazione in ordine all'imputabilità soggettiva della condotta illecita.