Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 29889 del 23 luglio 2007

ECLI:IT:CASS:2007:29889PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel sindacare la motivazione di un provvedimento giurisdizionale, è tenuto a verificare esclusivamente la coerenza strutturale interna della decisione, accertando che essa sia sorretta da argomentazioni non viziate da evidenti errori logici, non fondate su dati contrastanti con il "senso della realtà" e prive di vistose incongruenze. È precluso al giudice di legittimità procedere ad una rilettura degli elementi di fatto posti a fondamento della decisione o all'adozione di nuovi e diversi parametri di ricostruzione e valutazione dei fatti, in quanto tali operazioni trasformerebbero la Corte in un ulteriore giudice del merito, impedendole di svolgere la peculiare funzione di controllo sulla motivazione attribuitale dal legislatore. Il sindacato di legittimità sulla motivazione deve pertanto limitarsi a verificare che essa rispetti uno standard minimo di intrinseca razionalità e di capacità di rappresentare e spiegare l'iter logico seguito dal giudice per giungere alla decisione, senza poter sostituire la propria valutazione del materiale probatorio a quella effettuata dal giudice di merito.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. SERPICO Francesco - Consigliere

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. DI CASOLA Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Pu. Gi. ;

avverso l'ordinanza del Tribunale di Catanzaro, pronunciata in data 16.5.2006;

letto il ricorso ed il provvedimento impugnato;

Udita la relazione fatta dal Consigliere Dr. ((omissis));

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)),

che ha concluso per l'inammissibilita';

udito il difensore avv. VECCHIO ((omissis)).

OSSERVA IN FATTO ED IN DIRITTO

1.…

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