Il decreto ingiuntivo non munito, prima della dichiarazione di fallimento, del decreto di esecutorietà di cui all'art. 647 c.p.c. non è passato in giudicato formale e sostanziale e non è opponibile al fallimento, neppure nell'ipotesi in cui il decreto ex art. 647 c.p.c. venga emesso successivamente, in quanto, intervenuto il fallimento, ogni credito deve essere accertato nel concorso dei creditori ai sensi dell'art. 52 l. fall. Tale principio, consolidato nella giurisprudenza di legittimità, si fonda sulla natura giurisdizionale dell'attività di verifica del contraddittorio demandata al giudice con il decreto di esecutorietà, che non può essere surrogata dal giudice delegato in sede di accertamento del passivo fallimentare. Pertanto, il decreto ingiuntivo privo della dichiarazione di esecutorietà alla data di dichiarazione del fallimento non è opponibile alla procedura concorsuale, in quanto non ha acquisito l'efficacia di giudicato formale e sostanziale, a prescindere dall'emissione successiva del decreto ex art. 647 c.p.c. Tale principio, radicato nell'orientamento consolidato della Corte di Cassazione, non integra un'ipotesi di improvviso e imprevedibile mutamento interpretativo, non essendovi spazio per discorrere di overruling.