Il Consiglio di Stato, nell'esaminare il ricorso proposto dal Comune di Cavallino avverso la sentenza del TAR Puglia che aveva dichiarato inammissibile il suo ricorso contro la proroga concessa dal Comune di Lecce per l'attivazione di una grande struttura di vendita, ha affermato il seguente principio di diritto: La legittimazione ad impugnare l'autorizzazione per l'apertura o la proroga di una grande struttura di vendita è riconosciuta solo ai Comuni il cui territorio sia in rapporto di "vicinitas" con quello in cui è ubicata la struttura, ovvero appartenga allo stesso bacino di utenza. Tale rapporto di vicinitas non può essere semplicemente evocato, ma deve essere dimostrato in concreto, indicando i danni attuali e specifici che la struttura commerciale può arrecare al territorio del Comune ricorrente, in termini di sviamento di clientela e impatto sulla rete distributiva locale. La mera circostanza che la struttura possa avere un'influenza sovracomunale non è di per sé sufficiente a radicare la legittimazione, se non è provato il pregiudizio diretto ed immediato per il Comune confinante. Pertanto, il difetto di prova della legittimazione, in assenza di un nesso di causalità tra l'attività della grande struttura di vendita e il danno lamentato dal Comune ricorrente, determina l'inammissibilità del ricorso, anche quando la struttura sia localizzata in un Comune confinante.