Cassazione penale Sez. VI ordinanza n. 49338 del 12 dicembre 2023

ECLI:IT:CASS:2023:49338PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'ambito del giudizio di cassazione avverso una sentenza di applicazione della pena su richiesta delle parti, può dichiarare inammissibile il ricorso proposto dall'imputato per motivi non consentiti dalla legge, in quanto il codice di rito prevede espressamente che il ricorso per cassazione sia ammesso solo per specifici vizi, quali l'erronea espressione della volontà dell'imputato, il difetto di correlazione tra la richiesta e la sentenza, l'erronea qualificazione giuridica del fatto e l'illegalità della pena o della misura di sicurezza. In tal caso, la declaratoria di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, in considerazione della manifesta carenza di diligenza nella proposizione del ricorso, non ravvisandosi una sua assenza di colpa nella determinazione della causa di inammissibilità.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Presidente

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. ROSATI Martin - rel. Consigliere

Dott. DI GERONIMO Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 23/06/2023 del Tribunale di Bari.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Catinella, con atto del proprio difensore, ricorre per cassazione avverso la sentenza in epigrafe indicata, che, a norma dell'articolo 444, c.p.p., gli ha applicato su richiesta la pena per il delitto di cui all'articolo 385 c.p..
Egli denuncia la violazione dell'articolo 133, c.p., per essere stata la pena determinata in misura superiore al minim…

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