Il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio che, nell'esercizio delle proprie funzioni, falsifica in modo sistematico e reiterato referti medici, cartelle cliniche e altri documenti sanitari, sostituendo risultati positivi con esiti negativi, al fine di ridurre l'impegno lavorativo e gli oneri diagnostici e preventivi a carico della struttura sanitaria, commette gravi reati di falso in atto pubblico e di abuso d'ufficio, che integrano un disegno criminoso unitario e continuato, punibile con la reclusione e l'interdizione dai pubblici uffici. Tale condotta, caratterizzata da un elevato grado di organizzazione e di spregiudicatezza, lede in modo grave e diffuso il diritto alla salute e alla corretta informazione sanitaria dei pazienti, compromettendo l'efficacia dei programmi di prevenzione oncologica, e pertanto merita una severa sanzione penale, anche in considerazione dell'assenza di un chiaro movente, che non inficia la responsabilità dell'imputato ove siano comunque accertati gli elementi oggettivi e soggettivi del reato.