Il diniego di condono edilizio per opere realizzate in aree sottoposte a vincolo paesaggistico è legittimo, in quanto tali interventi edilizi sono esclusi dalla sanatoria ai sensi dell'art. 32 della legge n. 326/2003, a prescindere dalla natura del vincolo (assoluta o relativa) e dalla data di imposizione dello stesso. Il mero decorso del tempo dalla realizzazione dell'abuso non determina alcuna tutela del legittimo affidamento del privato sulla sanabilità dell'intervento, in quanto l'illecito edilizio permanente non può essere sanato per effetto della sola inerzia dell'amministrazione. La motivazione del provvedimento di diniego, che si limiti a indicare l'incompatibilità dell'intervento con le esigenze di tutela paesistica, è da ritenersi sufficiente, senza necessità di un'articolata motivazione. Inoltre, il fatto che l'immobile ricada in un'area da assoggettare a perimetrazione dei nuclei sorti spontaneamente ai sensi della legge regionale n. 28/1980 non rileva ai fini della sanatoria, in quanto tali strumenti di pianificazione hanno esclusivamente valenza di recupero urbanistico e non possono comportare la sanabilità di manufatti abusivi.