Consiglio di Stato sentenza n. 4753 del 2003

ECLI:IT:CDS:2003:4753SENT

Massima

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Il Ministero per i beni e le attività culturali può legittimamente annullare un'autorizzazione paesaggistica rilasciata dal Sindaco, qualora essa risulti priva di adeguata motivazione in ordine agli aspetti paesaggistici coinvolti e alla valutazione dell'impatto visivo dei manufatti nel contesto ambientale tutelato. Il successivo decreto ministeriale che, in sede di riesame, consente la realizzazione di uno solo dei fabbricati progettati, in considerazione della sua minore incidenza sulla panoramicità e sugli aspetti paesistici rilevanti, non è viziato da irrazionalità o contraddittorietà, in quanto motivato in modo diffuso e coerente con la documentazione acquisita. Il principio di diritto che emerge dalla sentenza è che l'autorità competente al rilascio dell'autorizzazione paesaggistica deve motivare adeguatamente la propria decisione, valutando puntualmente l'impatto dell'intervento edilizio sul contesto paesaggistico tutelato. Il Ministero può legittimamente annullare l'autorizzazione carente di tale motivazione. Inoltre, nell'esercizio del potere di riesame, il Ministero può consentire parzialmente la realizzazione dell'intervento, qualora ritenga che una parte di esso non incida in misura significativa sugli aspetti paesistici rilevanti, purché tale valutazione sia adeguatamente motivata. La massima giuridica deve essere formulata in modo chiaro, astratto e conciso, evitando riferimenti al caso specifico e utilizzando un linguaggio tecnico-giuridico appropriato. Essa deve esprimere il principio di diritto fondamentale desumibile dalla sentenza, senza introduzioni o opinioni personali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
N.4753/03
Reg.Dec.
N. 4548 Reg.Ric.
ANNO   1997
Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (Sezione Sesta) ha pronunciato la seguente
DECISIONE
sul ricorso in appello n.4548 del 1997, proposto dai signori Mario Di Filippo ed Ugo Basso, rappresentati e difesi dall'avvocato Lorenzo Lentini, con il quale sono elettivamente domiciliati in Roma, Via Taranto n.18, presso lo studio dell'avvocato Antonio Brancaccio;
contro
il Ministero per i beni e le attività culturali, in persona del Ministro pro-tempore, e la Soprintendenza ai beni ambientali, architettonici, artistici e storici di Salerno ed Avellino, in persona del Soprintendente pro-tempore, rappresentati e difesi dall'Avvocatura Generale dello Stato, presso i cui uffici sono domiciliati in Roma, Via dei Portoghesi n.12;
nonché contro
il Comune di Salerno, in persona del Sindaco pro-tempore, rappresentato e difeso dall'avvocato …

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