Il provvedimento di sospensione della licenza di un esercizio pubblico, adottato ai sensi dell'art. 100 del R.D. n. 773/1931, deve essere sorretto da una adeguata motivazione che, sulla base di elementi concreti ed oggettivi, dimostri l'effettiva sussistenza di una situazione idonea a configurare un pericolo concreto ed attuale per l'ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini. La mera presenza, in occasione di alcuni controlli di polizia, di alcune persone con precedenti penali all'interno dell'esercizio non è sufficiente a giustificare la valutazione di abituale frequentazione di pregiudicati e, conseguentemente, l'adozione del provvedimento di sospensione, in assenza di ulteriori elementi che dimostrino il concreto pericolo per gli interessi pubblici tutelati. Inoltre, l'omissione della comunicazione di avvio del procedimento, ai sensi dell'art. 7 della legge n. 241/1990, è legittima solo in presenza di esigenze di celerità qualificate, che devono essere adeguatamente motivate in relazione alle peculiarità della fattispecie concreta, non essendo sufficiente una mera affermazione di urgenza. Infine, l'onere della prova del danno subito in conseguenza dell'adozione del provvedimento di sospensione grava sul ricorrente, il quale deve fornire elementi di riscontro idonei a dimostrare l'effettiva entità del pregiudizio patrimoniale e non patrimoniale lamentato.