Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 30189 del 9 luglio 2019

ECLI:IT:CASS:2019:30189PEN

Massima

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Il giudice di merito, nel valutare la persistenza della pericolosità sociale ai fini dell'applicazione o della conferma di una misura di prevenzione, può legittimamente fare riferimento a tutti gli elementi sintomatici di tale pericolosità, anche a condotte non costituenti reato, purché adeguatamente motivati. In particolare, il giudice può tenere conto dei precedenti penali, della mancata partecipazione del soggetto all'opera di rieducazione e delle violazioni disciplinari commesse durante l'esecuzione di misure alternative alla detenzione, in quanto tali elementi, nel loro complesso, sono idonei a dimostrare la perdurante pericolosità sociale del proposto, a prescindere dalla gravità dei singoli fatti pregressi. Pertanto, la motivazione del provvedimento che conferma la misura di prevenzione non può ritenersi meramente apparente o inesistente laddove il giudice abbia adeguatamente esaminato e valutato tutti gli indici di pericolosità, senza limitarsi alla mera elencazione dei precedenti penali.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Presidente

Dott. APRILE Ercole - Consigliere

Dott. AMOROSO Giovanni - Consigliere

Dott. COSTANTINI Antoni - rel. Consigliere

Dott. ROSATI Martino - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso il decreto del 20/11/2018 della Corte di appello di Milano;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha richiesto la inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di appello di Milano ha parzialmente riformato, riducendo ad anni tre e revocando l'obbligo di soggiorno, la confermata misura di prevenzione d…

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