Il reato di emissione di fatture per operazioni inesistenti si configura quando le operazioni commerciali sottostanti alle fatture emesse risultano prive di riscontro oggettivo, sulla base di elementi probatori che ne dimostrino l'assoluta inverosimiglianza e la mancata effettiva realizzazione, indipendentemente dall'avvenuto pagamento delle fatture stesse. L'elemento soggettivo del reato può essere desunto dalla condotta dell'imputato, dalla natura fittizia delle operazioni e dai rapporti intercorrenti tra le società coinvolte, senza che sia necessario accertare un concreto vantaggio fiscale o un'evasione di imposta. Tuttavia, la confisca del profitto del reato nei confronti dell'emittente delle fatture non può essere parametrata all'imposta non versata dall'utilizzatore, in quanto il regime derogatorio previsto dalla normativa tributaria esclude il concorso reciproco tra emittente e utilizzatore delle fatture inesistenti. In tal caso, il profitto confiscabile nei confronti dell'emittente deve essere individuato con riferimento alle sole utilità economiche direttamente derivanti dalla commissione del reato di cui all'art. 8 del D.Lgs. n. 74/2000.