Cassazione penale Sez. V sentenza n. 8008 del 20 febbraio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:8008PEN

Massima

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Il reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale per distrazione si configura quando l'amministratore di una società in stato di difficoltà finanziaria distrae o dissipa il patrimonio sociale, anche attraverso operazioni infragruppo prive di effettiva giustificazione economica e di vantaggi compensativi per la società fallita. La distrazione rileva ai fini del reato di bancarotta fraudolenta anche quando consiste nell'effettuazione di pagamenti o finanziamenti in favore di società del medesimo gruppo, in assenza di reali contropartite e senza che sia dimostrato un complessivo vantaggio per il gruppo tale da compensare gli effetti negativi per la società fallita. L'onere di provare l'esistenza di tali vantaggi compensativi grava sull'imputato. Integra altresì il reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale per distrazione la condotta dell'amministratore che preleva somme dal patrimonio sociale senza giustificazione contabile e documentale, ovvero effettua pagamenti per prestazioni inesistenti, anche se in favore di terzi estranei al gruppo societario. Il mancato accoglimento della richiesta di rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale in appello, ai sensi dell'art. 603 c.p.p., può essere censurato in cassazione solo quando risulti dimostrata l'oggettiva necessità di tale adempimento e l'erroneità di quanto ritenuto dal giudice di merito circa la possibilità di decidere allo stato degli atti, senza che ciò emerga necessariamente da una specifica motivazione sul punto.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizio - Presidente

Dott. SABEONE Gerardo - rel. Consigliere

Dott. GUARDIANO Alfredo - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. FIDANZIA Andrea - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza pronunciata dalla corte di appello di Bologna il
10.7.2015;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. ((omissis));
udito il pubblico ministero nella persona del sostituto procuratore
Generale Dott.ssa ((omissis)), che ha concluso per il rigetto del ricorso.
FATTO E DIRITTO
1. Con la sentenza di cui in epigrafe la corte di appello di Bologna confermava la sentenza con cui il t…

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