Il Comune, nell'ambito della propria discrezionalità amministrativa, può legittimamente limitare l'uso di una determinata piazza pubblica ai soli pubblici esercizi di tipo "B" (bar) e non anche a quelli di tipo "A" (ristorazione), al fine di tutelare il decoro e la bellezza della piazza, atteso che le attività di ristorazione, per loro natura caratterizzate da un maggiore e più duraturo afflusso di persone, possono compromettere maggiormente l'aspetto della piazza rispetto alle attività di mera somministrazione di bevande. Tale scelta regolamentare, pur incidendo sulla libertà di iniziativa economica, risulta ragionevole e proporzionata in quanto non impedisce l'esercizio dell'attività commerciale, ma ne disciplina esclusivamente le modalità di svolgimento in un determinato luogo pubblico, al fine di contemperare l'interesse pubblico alla tutela dei valori paesaggistici con quello privato all'esercizio dell'attività economica. Inoltre, la successiva modifica regolamentare che consente agli esercenti sulla piazza la somministrazione di determinati prodotti alimentari (bevande, dolciumi, gelati e stuzzicheria) con esclusione dei soli primi e secondi piatti, risulta parimenti ragionevole e proporzionata, in quanto volta a preservare maggiormente il decoro e la bellezza della piazza, atteso che tali prodotti determinano l'emanazione di odori meno pregnanti e lo stazionamento per meno tempo della clientela sui luoghi rispetto alla vendita di primi e secondi piatti.