Il Comune è tenuto a pronunciarsi espressamente sull'istanza del privato ex art. 42-bis del D.P.R. n. 327/2001 entro il termine di 45 giorni dalla notificazione o comunicazione della sentenza, pena la nomina di un Commissario ad acta che provvederà in via sostitutiva nel termine di 90 giorni. L'inerzia dell'Amministrazione, manifestata attraverso atti meramente interlocutori privi di valenza provvedimentale, integra gli estremi del silenzio-inadempimento, legittimando il ricorso del privato volto all'accertamento dell'obbligo dell'Amministrazione di concludere il procedimento. Il principio di buon andamento e imparzialità dell'azione amministrativa, sancito dall'art. 97 Cost., impone all'Amministrazione di provvedere in modo espresso e tempestivo sulle istanze dei privati, al fine di assicurare la certezza dei rapporti giuridici e la tutela delle situazioni soggettive. Il mancato esercizio del potere decisorio entro il termine di legge, in assenza di valide ragioni giustificatrici, configura un'ipotesi di responsabilità per danno da ritardo, con conseguente obbligo risarcitorio a carico dell'Amministrazione. Il ricorso avverso il silenzio-inadempimento rappresenta uno strumento di tutela giurisdizionale effettiva, volto a sanzionare l'inerzia della Pubblica Amministrazione e a garantire il rispetto del principio di legalità e del buon andamento dell'azione amministrativa.