Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza può essere così sintetizzato: La realizzazione di un manufatto edilizio di dimensioni non esigue, come una tettoia in ferro di notevoli dimensioni (13,50 ml x 17,50 ml ed altezza massima al colmo di circa 10,00 ml e minima alla gronda di circa 9,00 ml), in assenza del prescritto titolo abilitativo (permesso di costruire), integra un'ipotesi di abuso edilizio sanzionabile con l'ordine di demolizione, non potendosi riconoscere a tale manufatto il carattere di pertinenza edilizia, il quale va inteso in senso restrittivo, ovvero limitato ai soli casi in cui l'opera, per la sua esiguità e scarsa consistenza dimensionale, non sia idonea a mutare in maniera consistente l'assetto del territorio e non presenti un rilevante impatto urbanistico. Inoltre, la mera asserzione della ricorrente circa l'impossibilità di procedere alla demolizione senza pregiudizio per le opere realizzate legittimamente non è sufficiente a giustificare l'applicazione della sola sanzione pecuniaria in luogo di quella demolitoria, atteso che la consistenza autonoma del manufatto abusivo consente di procedere alla sua demolizione senza compromettere la parte regolarmente realizzata. Infine, il provvedimento sanzionatorio risulta adeguatamente motivato quanto alla descrizione dell'abuso e alle ragioni della sua illegittimità.