Il silenzio serbato dall'amministrazione comunale sull'istanza di accertamento di conformità edilizia ai fini del rilascio del permesso di costruire in sanatoria, ove successivamente seguìto da un provvedimento espresso di concessione edilizia in sanatoria, determina la cessazione della materia del contendere, con conseguente compensazione delle spese di giudizio, in considerazione della particolarità della fattispecie e delle conclusioni formulate dalla parte ricorrente. Il giudice amministrativo, in tali casi, dichiara la cessata materia del contendere ai sensi dell'art. 34, comma 5, del codice del processo amministrativo, in quanto la pretesa del ricorrente risulta pienamente soddisfatta dal provvedimento successivamente adottato dall'amministrazione. Tale principio trova applicazione anche in relazione a richieste di sanatoria edilizia presentate ai sensi dell'art. 36 del d.P.R. n. 380 del 2001 (già art. 13 della legge n. 47 del 1985), laddove l'amministrazione, pur inizialmente serbando silenzio, adotti successivamente un provvedimento espresso di concessione edilizia in sanatoria, rimuovendo così il presupposto del contendere. In tali ipotesi, il giudice amministrativo, nel dichiarare la cessazione della materia del contendere, può altresì disporre la compensazione delle spese di giudizio, tenuto conto della particolarità della fattispecie e delle conclusioni formulate dalla parte ricorrente.