Cassazione penale Sez. I sentenza n. 5215 del 1 febbraio 2013

ECLI:IT:CASS:2013:5215PEN

Massima

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Il giudice di sorveglianza, nel valutare la richiesta di misure alternative alla detenzione, deve considerare attentamente sia gli elementi di pericolosità sociale del detenuto, desumibili da precedenti penali, informative di polizia e relazioni carcerarie, sia gli eventuali segnali di inversione di tendenza e di progressi nel percorso rieducativo, emergenti da recenti rapporti positivi provenienti dall'istituto penitenziario. Pur essendo la valutazione della pericolosità sociale un elemento centrale per il rigetto della misura alternativa richiesta ai sensi dell'art. 47-ter O.P., il giudice non può omettere di esaminare e motivare in merito alla diversa istanza subordinata, fondata su presupposti e requisiti almeno parzialmente differenti, come quelli previsti dalla legge n. 199 del 2010. L'omissione di tale esame e motivazione integra un vizio di legittimità del provvedimento, rilevante ai sensi dell'art. 606, lett. b) e c), c.p.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GIORDANO Umberto - Presidente

Dott. ZAMPETTI Umberto - Consigliere

Dott. BONITO Francesco - rel. Consigliere

Dott. CAPOZZI Raffaele - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso l'ordinanza n. 70/2012 TRIB. SORVEGLIANZA di BARI, del 12/04/2012;

sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. FRANCESCO MARIA SILVIO BONITO;

lette/sentite le conclusioni del PG il quale ha chiesto l'annullamento della ordinanza impugnata con rinvio.

RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO

1. Con ordinanza del 12 aprile 2012 il Tribunale di sorveglianza di Bari rigettava l'istanza proposta da (OMISSI…

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