Il furto militare si configura quando il militare si impossessa di un bene di proprietà altrui, anche se solo temporaneamente, senza il consenso del legittimo proprietario e con l'intenzione di trarne profitto per sé o per altri, a prescindere dalla circostanza che il lucchetto dell'armadietto in cui il bene era custodito fosse aperto o chiuso. La restituzione del bene sottratto, se non spontanea e volontaria ma conseguente all'iniziativa del derubato, non esclude la configurabilità del reato di furto militare, essendo irrilevante il fine di mero uso temporaneo del bene. Inoltre, la mancata individuazione del momento esatto in cui il bene è stato asportato non incide sulla responsabilità dell'imputato, qualora vi siano altri elementi probatori univoci che ne dimostrino la responsabilità. Infine, la richiesta di rinnovazione istruttoria volta ad accertare l'eventuale coinvolgimento di altri commilitoni può essere legittimamente rigettata dal giudice, qualora le circostanze prospettate appaiano prive di fondamento alla luce del complessivo quadro probatorio.