Cassazione penale Sez. I sentenza n. 26036 del 16 giugno 2023

ECLI:IT:CASS:2023:26036PEN

Massima

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Il tentativo di omicidio si configura quando l'azione dell'agente, valutata ex ante, risulti idonea a cagionare la morte della vittima, a prescindere dall'effettiva entità delle lesioni riportate. Ai fini della sussistenza dell'animus necandi, rileva la natura dell'arma utilizzata, la zona del corpo colpita e le modalità dell'azione, senza che assumano decisiva rilevanza l'assenza o la scarsa gravità delle lesioni, potendo queste dipendere da fattori indipendenti dalla volontà dell'agente. Tuttavia, nel valutare le esigenze cautelari, il giudice deve tenere conto delle condizioni di salute dell'indagato, in particolare di eventuali patologie psichiatriche, al fine di verificarne la compatibilità con il regime detentivo richiesto, non potendo essere disposta la misura cautelare se le condizioni di salute sono talmente gravi o se la persona è in stato di infermità di mente che ne esclude o diminuisce grandemente la capacità di intendere o di volere.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BONI Monica - Presidente

Dott. BIANCHI Michele - Consigliere

Dott. LIUNI Teresa - Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - rel. Consigliere

Dott. CURAMI M.Serena - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 13/10/2022 del TRIB. L.IBERTA' di ROMA;
udita la relazione svolta dal Consigliere BARBARA CALASELICE;
sentite le conclusioni del Sostituto Procuratore generale, MARIAEMANUELA GUERRA, che ha concluso, riportandosi anche alla memoria depositata, chiedendo il rigetto del ricorso. udito il difensore, avv. (OMISSIS), che ha concluso chiedendo l'accoglimento dei motivi di ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1.Con l'ordinanza impugnata il Tri…

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