Cassazione penale Sez. I sentenza n. 13367 del 22 marzo 2018

ECLI:IT:CASS:2018:13367PEN

Massima

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Il peculato militare si configura quando il soggetto, per ragioni di ufficio, si trova nel pieno possesso di denaro dell'Amministrazione e ne riversa solo una parte, appropriandosi della differenza, anche se di modesta entità. La modestia del danno patrimoniale arrecato all'Amministrazione può essere adeguatamente valorizzata attraverso la concessione di attenuanti, senza che ciò escluda la sussistenza del reato. La certezza dell'attribuzione delle condotte illecite all'imputato può essere raggiunta dal perito grafico sulla base di una valutazione globale di più elementi convergenti, senza che sia necessario un riferimento analitico a singoli parametri. L'ipotesi che le condotte possano essere state poste in essere da altri soggetti, in assenza di riscontri oggettivi, costituisce un mero sospetto privo di rilevanza probatoria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BONITO Francesco M. - Presidente

Dott. FIORDALISI Domenico - Consigliere

Dott. BIANCHI Luisa - Consigliere

Dott. MANCUSO Fabrizio - Consigliere

Dott. ROCCHI Giacomo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 01/03/2017 della CORTE MILITARE APPELLO di ROMA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. GIACOMO ROCCHI;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore che ha concluso per il rigetto del ricorso;
Udito il difensore che insiste per l'accoglimento dei motivi del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza indicata in epigrafe, la Corte Militare…

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