Cassazione penale Sez. V sentenza n. 29476 del 27 giugno 2018

ECLI:IT:CASS:2018:29476PEN

Massima

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Il diritto di critica e di cronaca, quale causa di giustificazione del reato di diffamazione, richiede la verità del fatto attribuito e assunto a presupposto delle espressioni criticate, non essendo consentito attribuire a un soggetto specifici comportamenti mai tenuti, soprattutto in un contesto in cui si afferma che la persona offesa abbia falsamente accusato l'imputato per mera vendetta. L'agente che invoca tale scriminante ha l'onere di indicare e fornire tutti gli elementi comprovanti la dedotta causa di giustificazione, al fine di porre il giudice in condizione di valutarne seriamente la fondatezza; in mancanza di ciò, la scriminante deve ritenersi del tutto insussistente. Il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche può essere legittimamente motivato dall'assenza di elementi o circostanze di segno positivo, non essendo più sufficiente il solo stato di incensuratezza dell'imputato. L'accertata inammissibilità del ricorso, implicando il mancato perfezionamento del rapporto processuale, preclude la possibilità di rilevare l'estinzione del reato per prescrizione intervenuta successivamente alla pronuncia in grado di appello.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SETTEMBRE Antonio - Presidente

Dott. SCOTTI ((omissis)) - Consigliere

Dott. MORELLI Francesca - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. FIDANZIA Andrea - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 23/11/2016 della CORTE APPELLO di CATANIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ANDREA FIDANZIA;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. LIGNOLA FERDINANDO che ha concluso per l'inammissibilita'.
NESSUNO E' COMPARSO.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 23 novembre 2016, il Tribunale di Catania, in funzione di giudi…

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