Cassazione penale Sez. II sentenza n. 7769 del 26 febbraio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:7769PEN

Massima

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Il reato di estorsione sussiste anche quando le somme di denaro richieste non appartengano all'imputato, essendo sufficiente che le richieste siano prive di qualsiasi legittimazione soggettiva e siano avanzate con modalità violente o minacciose nei confronti della vittima. La qualificazione giuridica del fatto non muta per il solo fatto che le somme richieste siano relative a pretese rientranti nella disponibilità dell'imputato, in quanto ciò non esclude la configurabilità del reato di estorsione, laddove le richieste siano state avanzate con modalità coercitive e in assenza di qualsiasi diritto o titolo legittimante. La motivazione della sentenza di condanna deve essere ampia, dettagliata e coerente nel ricostruire la materialità dei fatti ascritti all'imputato e la correttezza della relativa qualificazione giuridica, non essendo sufficiente la mera riproduzione acritica delle doglianze già devolute ai giudici del gravame e da questi motivatamente disattese.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CASUCCI Giuliano - Presidente

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. FUMU Giacomo - Consigliere

Dott. TADDEI Margherita - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) VO. GI. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 1520/2002 CORTE APPELLO di SALERNO, del 20/04/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 09/02/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ALBERTO MACCHIA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. RIELLO Luigi, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

OSSERVA

Con sentenza del 20 aprile 2009, la Corte di appello di Salerno ha conferma…

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