Cassazione penale Sez. V sentenza n. 21129 del 11 maggio 2018

ECLI:IT:CASS:2018:21129PEN

Massima

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Il reato di bancarotta fraudolenta per distrazione si configura quando l'amministratore di una società fallita utilizza risorse societarie per soddisfare un proprio debito personale, realizzando così un indebito sviamento di tali risorse dalle finalità aziendali e nell'esclusivo interesse dell'amministratore stesso, a prescindere dalla violazione del principio di par condicio creditorum che caratterizza invece il reato di bancarotta preferenziale. Pertanto, il giudice può riqualificare il fatto contestato come bancarotta fraudolenta per distrazione, senza che ciò comporti una violazione del principio di correlazione tra accusa e sentenza, purché l'imputato abbia avuto la concreta possibilità di difendersi sulla diversa qualificazione giuridica operata e questa non risulti "a sorpresa", essendo riconducibile alla medesima vicenda fattuale oggetto dell'imputazione originaria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FUMO Maurizio - Presidente

Dott. SABEONE Gerardo - rel. Consigliere

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 10/02/2017 della CORTE APPELLO di BRESCIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. SABEONE GERARDO;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. LIGNOLA FERDINANDO, che conclude per l'inamnnissibilita'.
Udito il difensore (OMISSIS);
il difensore presente si riporta ai motivi e chiede l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO IN FATTO…

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