Cassazione penale Sez. V sentenza n. 27461 del 14 giugno 2018

ECLI:IT:CASS:2018:27461PEN

Massima

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Il delitto di diffamazione è integrato dalla consapevolezza di utilizzare espressioni lesive della reputazione altrui, anche in assenza di una specifica finalità di nuocere al soggetto passivo. Le critiche, per essere legittime, devono mantenersi entro i limiti della continenza verbale e non possono tramodare in attacchi personali denigratori e gratuiti, che offendono la sfera morale e privata del soggetto criticato. Ai fini della configurabilità del reato, è sufficiente che le espressioni offensive siano riferibili, anche indirettamente, alla persona offesa, senza che sia necessaria la prova dell'effettiva comunicazione a più destinatari, essendo il delitto di diffamazione punito a titolo di dolo generico.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ZAZA Carlo - Presidente

Dott. MORELLI Francesc - rel. Consigliere

Dott. PEZZULLO Rosa - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - Consigliere

Dott. FIDANZIA Andrea - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS);
avverso la sentenza del 10/05/2017 del TRIBUNALE di AGRIGENTO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. FRANCESCA MORELLI;
Udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dr. LOY MARIA FRANCESCA che ha concluso per l'inammissibilita'.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Con la sentenza impugnata, il Tribunale di Agrigento ha confermato la sentenza del Giudice di Pace d…

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