Cassazione penale Sez. V sentenza n. 12369 del 16 marzo 2018

ECLI:IT:CASS:2018:12369PEN

Massima

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Il giudice per le indagini preliminari, nel rigettare la richiesta di archiviazione del pubblico ministero, può ordinare l'imputazione coatta dell'indagato per il medesimo fatto, anche se diversamente qualificato rispetto alla richiesta di archiviazione, senza che ciò costituisca un atto abnorme o impugnabile. Tale provvedimento rientra nei poteri del giudice per le indagini preliminari, il quale non è vincolato dalla qualificazione giuridica data dal pubblico ministero, potendo procedere a una diversa valutazione del fatto. Pertanto, il giudice può disporre l'imputazione coatta per reati diversi da quelli indicati nella richiesta di archiviazione, purché riguardanti il medesimo fatto oggetto del procedimento. Tale facoltà del giudice non configura un'eccedenza dei suoi poteri, né un vizio di legittimità del provvedimento, essendo coerente con il suo ruolo di garante della legalità e della corretta qualificazione giuridica dei fatti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SETTEMBRE Antonio - Presidente

Dott. GUARDIANO Alfre - rel. Consigliere

Dott. CALASELICE Barbara - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
c/ (OMISSIS) nato il (OMISSIS) nel procedimento a carico di quest'ultimo;
avverso l'ordinanza del 01/12/2015 del GIP TRIBUNALE di RIMINI;
sentita la relazione svolta dal Consigliere ALFREDO GUARDIANO;
lette/sentite le conclusioni del PG.
FATTO E DIRITTO
1. Con l'ordinanza di cui in epigrafe il giudice per le indagini preliminari presso il tribunale di Rimini, accogliendo l'opposizione delle persone offese alla richiesta di archiviazione, ordinava al pubblico minister…

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