Cassazione penale Sez. V sentenza n. 21869 del 5 giugno 2012

ECLI:IT:CASS:2012:21869PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: L'accertamento della sussistenza del reato di ingiuria richiede una valutazione in concreto delle espressioni utilizzate, tenendo conto del contesto in cui sono state pronunciate, della qualità delle persone coinvolte e del loro rapporto, nonché della finalità perseguita dall'autore delle espressioni asseritamente offensive. Pertanto, espressioni anche irriverenti e sgradevoli possono non integrare il reato di ingiuria qualora siano contestualizzate in una situazione di concitazione e siano riconducibili all'esercizio, anche putativo, di un diritto di critica, senza che sia ravvisabile il dolo richiesto dalla fattispecie. In particolare, il limite della continenza può ritenersi superato solo in situazioni diverse da quelle di sostanziale parità tra offensore e offeso, come ad esempio nell'ambito di un rapporto gerarchico.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SANDRELLI Gian Giacomo - Presidente

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE GENERALE PRESSO CORTE D'APPELLO DI CALTANISSETTA;

nei confronti di:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 13/2008 GIUDICE DI PACE di ENNA, del 21/04/2011;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 11/04/2012 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GRAZIA LAPALORCIA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Lettieri Nicola, che…

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