Cassazione penale Sez. V sentenza n. 37905 del 28 luglio 2017

ECLI:IT:CASS:2017:37905PEN

Massima

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Il reato di minaccia si configura quando la condotta dell'agente sia idonea a ingenerare nella persona offesa un fondato timore per l'incolumità propria o altrui, in considerazione delle concrete circostanze di tempo e di luogo. Tuttavia, la mera espressione di una frase potenzialmente minacciosa, pronunciata in forma condizionata e senza un contesto che ne evidenzi la concreta capacità intimidatoria, non integra il reato di minaccia, in quanto non risulta idonea a comprimere la libertà psichica del soggetto passivo. Perché sussista il reato di minaccia, è necessario che il male prospettato appaia, secondo un giudizio ex ante, concretamente idoneo a suscitare timore nell'animo della persona offesa, tenuto conto dell'età, del contesto e delle altre circostanze del caso concreto. La mera offensività verbale, priva di una reale capacità di incidere sulla libertà morale del destinatario, non integra il delitto di minaccia.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LAPALORCIA Grazia - Presidente

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

Dott. SCOTTI Umberto - rel. Consigliere

Dott. SCARLINI Enrico V. S. - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato il (OMISSIS) a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 22/03/2016 del TRIBUNALE di NOLA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 26/04/2017, la relazione svolta dal Consigliere Dott. SCOTTI UMBERTO LUIGI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale Dott. PINELLI Mario, che ha concluso chiedendo l'annullamento senza rinvio perche' il fatto non sussiste;
udito il difensore, avv. (OMISSIS), del Fo…

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