Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 30212 del 30 ottobre 2020

ECLI:IT:CASS:2020:30212PEN

Massima

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Il peculato si configura quando il pubblico ufficiale o l'incaricato di pubblico servizio, che abbia la disponibilità di denaro o altri beni per ragioni del suo ufficio o servizio, se ne appropria indebitamente per fini personali, sottraendoli allo scopo di destinazione. Il reato di peculato si consuma nel momento in cui avviene l'appropriazione indebita, a prescindere dalla periodicità delle condotte appropriative, purché queste siano riconducibili a un unico disegno criminoso. Pertanto, la contestazione di un unico reato di peculato non può essere frazionata in una pluralità di reati sulla base della mera pluralità di appropriazioni, in assenza di una precisa individuazione delle singole condotte appropriative, delle relative date e degli importi sottratti, a tutela del diritto di difesa dell'imputato. Il giudice, nel valutare la sussistenza del reato e nel determinare la pena, deve tenere conto della gravità del fatto, della funzione ricoperta dall'imputato, nonché di eventuali circostanze attenuanti, come la confessione, senza però considerare come attenuanti mere difficoltà personali o familiari, ove non adeguatamente provate, o la restituzione parziale del denaro, ove questa sia necessitata dall'evidenza dell'ammanco. La pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici deve essere determinata in misura pari alla durata della pena principale, in applicazione della disciplina più favorevole previgente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MOGINI Stefano - Presidente

Dott. CRISCUOLO Mauro - rel. Consigliere

Dott. DI STEFANO Pierluigi - Consigliere

Dott. VILLONI Orlando - Consigliere

Dott. GIORDANO ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 12/02/2019 della Corte di appello di Napoli;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal consigliere CRISCUOLO Anna;
udite le richieste del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale LORI Perla, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La Corte di appello di Napoli ha confermato la sentenza emessa il 19 novembre 2015 dal Tri…

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