Cassazione penale Sez. V sentenza n. 31160 del 28 luglio 2009

ECLI:IT:CASS:2009:31160PEN

Massima

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Il contenuto offensivo di un'espressione verbale nei confronti di una persona deve essere valutato in relazione al contesto fattuale e comportamentale in cui è stata pronunciata, tenendo conto della reciprocità degli insulti e della possibilità di udire le frasi scambiate, al fine di escludere l'applicabilità dell'esimente della provocazione di cui all'art. 599 c.p. e di determinare la sussistenza del reato di ingiuria. Tuttavia, anche in presenza di un fatto offensivo, qualora il danno arrecato risulti di modesta entità, il giudice può valutare l'applicabilità della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto di cui all'art. 34 d.lgs. 274/2000, purché la persona offesa non si opponga al proscioglimento. In tali ipotesi, il rimedio più opportuno è rappresentato dalla preventiva conciliazione tra le parti, in linea con la ratio del procedimento penale davanti al Giudice di Pace.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PIZZUTI Giuseppe - Presidente

Dott. COLONNESE Andrea - Consigliere

Dott. FEDERICO Raffaello - Consigliere

Dott. ROTELLA Mario - Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) AN. GI. N. IL (OMESSO);

avverso SENTENZA del 09/04/2008 della CORTE APPELLO di BRESCIA;

visti gli atti, la sentenza ed il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA la relazione fatta dal Consigliere Dott. ROTELLA Mario;

udite le conclusioni di inammissibilita' del ricorso del s. P.G. di IACOVIELLO Francesco Mauro.

RITENUTO IN FATTO E DIRITTO

1 - La Corte di appello di Brescia, in ri…

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