Tribunale Amministrativo Regionale Lazio - Roma sentenza n. 9570 del 2019

ECLI:IT:TARLAZ:2019:9570SENT

Massima

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Il silenzio serbato dall'amministrazione comunale sull'istanza di permesso di costruire in sanatoria, ai sensi degli artt. 34 e 36 del D.P.R. 380/2001, si configura come silenzio-rigetto, incompatibile con un silenzio-inadempimento, per cui, decorso il termine di 60 giorni, l'istanza si intende rifiutata e il privato deve impugnare il provvedimento negativo tacito entro il termine di decadenza, non sussistendo più un obbligo di provvedere espresso a carico dell'amministrazione. Pertanto, il ricorso avverso il silenzio-inadempimento è dichiarato improcedibile per sopravvenuto difetto di interesse, in quanto l'amministrazione ha successivamente adottato un provvedimento espresso di rigetto, autonomamente impugnabile dal privato. Le spese di giudizio sono poste a carico dell'amministrazione comunale, in considerazione del fatto che il provvedimento espresso è stato adottato solo a seguito dell'instaurazione del presente giudizio.

Sentenza completa

Pubblicato il 18/07/2019

N. 09570/2019 REG.PROV.COLL.

N. 10484/2012 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

(Sezione Seconda Bis)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 10484 del 2012, proposto da
Dmd Edilizia di ((omissis)) & C Sas, in persona del legale rappresentante pro tempore, rappresentata e difesa dagli avvocati ((omissis)), ((omissis)), con domicilio eletto presso lo studio ((omissis)) in Roma, via Pasubio, 15;

contro

Comune di Ladispoli non costituito in giudizio;

per l'accertamento della revoca dell'ordinanza di demolizione n. 15 del 15/03/2007 e del silenzio diniego formatosi sull'istanza ex artt. 34 e 36 dpr n. 380/2001 del 31/07/2012.

Visti il ricorso e i relativi allegati;

Visti gli artt. 35, co. 1, lett. c, e …

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