Cassazione penale Sez. II sentenza n. 24526 del 9 giugno 2015

ECLI:IT:CASS:2015:24526PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale presupposto per l'applicazione di una misura cautelare personale, non può essere desunto esclusivamente dalla gravità del titolo di reato o dalla consistenza storica dei reati commessi, ma richiede la sussistenza di un concreto e attuale pericolo, valutato anche in relazione alla personalità dell'indagato. L'incensuratezza e l'assenza di precedenti penali, unitamente all'interruzione delle condotte criminose da lungo tempo, possono essere elementi idonei a escludere il pericolo di reiterazione, anche in presenza di contatti tra gli indagati, ove non vi siano specifici elementi che facciano ritenere imminente la commissione di nuovi reati della stessa natura. Il giudice, nel valutare la sussistenza delle esigenze cautelari, deve pertanto considerare tutti gli elementi concreti del caso, senza basarsi su presunzioni o meri sospetti, ma richiedendo la prova di un pericolo attuale e concreto di recidiva.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FIANDANESE Franco - Presidente

Dott. RAGO Geppino - rel. Consigliere

Dott. VERGA Giovanna - Consigliere

Dott. ALMA Marco Maria - Consigliere

Dott. RECCHIONE Sandra - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PROCURATORE DELLA REPUBBLICA presso il Tribunale di Lecce;

avverso l'ordinanza del 16/01/2015 del Tribunale del Riesame di Lecce pronunciata nei confronti di:

(OMISSIS) nato il (OMISSIS);

Visti gli atti, l'ordinanza ed il ricorso;

udita la relazione fatta dal Consigliere dott. Geppino Rago;

udito il Procuratore Generale in persona del dott. Giulio Romano che ha concluso per il rigetto;

sentito l'avv.to (OMISSIS) che ha concluso per l&#…

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