Il Tribunale Amministrativo Regionale, nell'esaminare il ricorso avverso il decreto di acquisizione al patrimonio comunale di un immobile abusivamente realizzato, ha affermato i seguenti principi di diritto: 1. L'ordinanza di demolizione che richiama espressamente l'art. 31 del D.P.R. n. 380/2001 deve ritenersi legittimamente adottata ai sensi di tale disposizione, indipendentemente dall'indicazione di un termine di 90 giorni per l'esecuzione, in quanto la legge prevede l'acquisizione dell'opera e dell'area di sedime al patrimonio comunale in caso di inottemperanza. 2. In caso di concorso tra la disciplina paesaggistica e quella urbanistica, le relative sanzioni si cumulano e non sono alternative, attesa la diversità e concorrenza degli interessi tutelati. Pertanto, l'applicazione della sanzione prevista dall'art. 167 del D.Lgs. n. 42/2004 non esclude l'acquisizione dell'opera abusiva al patrimonio comunale ai sensi dell'art. 31 del D.P.R. n. 380/2001. 3. L'acquisizione dell'intero immobile, comprensivo anche delle parti legittimamente edificate, è legittima laddove l'opera abusiva risulti inscindibilmente connessa alle parti regolari, come nel caso di realizzazione di una scala interna che collega i diversi livelli. 4. La costituzione di una servitù di passaggio nell'atto di acquisizione è legittima in quanto strumentale all'accesso all'immobile acquisito.