Il diniego di nulla osta al lavoro subordinato di cittadini extracomunitari può essere legittimamente fondato sull'evidente discordanza tra il tipo di contratto dichiarato (lavoro domestico) e l'attività di carattere commerciale svolta dal datore di lavoro (compravendita di auto nuove e usate), nonché sull'incongruità delle richieste di assunzione presentate in relazione alla indimostrata capacità economica e alle esigenze imprenditoriali del datore di lavoro, ai sensi dell'art. 30-bis, comma 8, del d.P.R. n. 394 del 1999. L'amministrazione è tenuta a motivare adeguatamente il provvedimento di diniego, anche attraverso il richiamo per relationem alle valutazioni effettuate dalla Direzione Provinciale del Lavoro, senza che sia necessario il previo avviso di cui all'art. 10-bis della legge n. 241 del 1990, qualora le ragioni giustificative del diniego siano autonomamente idonee a sorreggere il provvedimento. Il giudice amministrativo, nel valutare la legittimità del diniego, deve verificare la sussistenza di tali presupposti, senza poter sindacare nel merito le valutazioni discrezionali dell'amministrazione, salvo che non risultino manifestamente irragionevoli, illogiche o sproporzionate.