Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 23735 del 21 giugno 2010

ECLI:IT:CASS:2010:23735PEN

Massima

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Il divieto di reformatio in peius è un principio generale di diritto che opera anche nel giudizio di rinvio, per cui il giudice di rinvio non può aggravare il trattamento sanzionatorio disposto con la prima sentenza annullata su ricorso del solo imputato, né emettere una pronuncia comunque a lui più sfavorevole. Tale principio si applica a tutti gli elementi autonomi che concorrono alla determinazione della pena, come la pena base, l'aumento per le aggravanti e per la continuazione, i quali non possono essere quantificati in misura superiore rispetto a quanto stabilito nella precedente decisione annullata, pur se la pena finale inflitta risulti complessivamente inferiore. Pertanto, il giudice di rinvio, nel rideterminare la pena, deve tenere conto degli effetti del bilanciamento tra le attenuanti generiche e le aggravanti, rispettando il consolidamento a favore dell'imputato della posizione sostanziale relativa a tutti gli elementi autonomi della scelta sanzionatoria, in applicazione del divieto di reformatio in peius.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO Adolfo - Presidente

Dott. MILO Nicola - rel. Consigliere

Dott. LANZA Luigi - Consigliere

Dott. CONTI Giovanni - Consigliere

Dott. FAZIO ((omissis)) - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) MA. AG. N. IL (OMESSO);

2) AI. GI. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 1579/2005 CORTE APPELLO di CATANIA, del 04/03/2008;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 10/02/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. NICOLA MILO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. DELEHAYE E., che ha concluso per l'annullamento con rinvio della senten…

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