Cassazione penale Sez. V sentenza n. 25060 del 16 giugno 2016

ECLI:IT:CASS:2016:25060PEN

Massima

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Il falso materiale commesso dal pubblico ufficiale, pur in assenza di concreti danni o vantaggi per alcuno, integra il delitto di cui all'art. 478 c.p. quando la condotta, incidendo sul significato letterale di un atto o di un documento, è idonea a ledere la fede pubblica, a prescindere dallo scopo perseguito dall'agente e dall'effettivo utilizzo dell'atto falso. Pertanto, non ricorre l'ipotesi del falso innocuo o grossolano, immediatamente riconoscibile da chiunque, quando la falsità è stata scoperta solo da personale particolarmente esperto, in possesso di specifiche conoscenze tecniche, e la valutazione in ordine alla grossolanità del falso attiene a un profilo di fatto non sindacabile in sede di legittimità, in presenza di una motivazione non manifestamente illogica o contraddittoria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. NAPPI Aniello - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. GORJAN Sergio - Consigliere

Dott. CAPUTO Angelo - Consigliere

Dott. LIGNOLA F. - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), N. IL (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 5663/2014 CORTE APPELLO di TORINO, del 31/03/2015;
visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
udita in PUBBLICA UDIENZA del 25/02/2016 la relazione fatta dal Consigliere Dott. LIGNOLA FERDINANDO;
Il Procuratore generale della Corte di cassazione, Dr. FIMIANI Pasquale, ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con la sentenza resa all'esito di rito abbreviato, in data 31 ottobre 2013, confermata dalla Cort…

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